Diario di un cane
In un diario di fantasia può accadere che il narratore-protagonista sia un personaggio alquanto insolito.
Londra, 17 dicembre
Credo che mi piacerà, qui. Non ci sono altri cani, ma c'è un Uomo che vorrebbe esserlo. Quando sono arrivato si è messo a quattro zampe. Continuava a ripetermi di smettere di leccargli la faccia, ma si vedeva lontano un miglio che non lo diceva sul serio. Domani cercherò di mordicchiargli un orecchio: grazie alla mia personalità dominante e alla mia astuzia animale, diventerò facilmente il capobranco.
Il canile ha mandato all'Uomo la mia cuccia di plastica azzurra, ma l'Uomo mi aveva preparato un letto nuovo. È di lana, con una finta pelle di pecora sul fondo e sopra una copertina scozzese. Io mi ci sono infilato all'istante. L'unico difetto di questo letto è che non ha odore, ma nel giro di un giorno o due sistemerò l'inconveniente.
L'Uomo è un tipo chiacchierone, proprio quello che volevo. Prima che andassi a dormire, mi ha detto che aveva firmato un formulario(1) in cui si impegnava a non tenermi legato, a non tenermi rinchiuso e a non regalarmi. Se io dovessi comportarmi male, e Lui non mi volesse più, deve rimandarmi al canile. Se il cibo è OK, mi renderò irresistibile: non sarà difficile.
Adatt. da R. Hattersley, Diario di un cane, Fabbri